signora del suo cuore by mary balogh

autore:mary balogh [balogh, mary]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: rosa
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

Lì.

Subito.

Tra le sue cosce la mano abile di Jocelyn creava una delicata magia nella sua zona più segreta, suscitando in lei un’ondata di desiderio selvaggio.

«Jocelyn.» Lo afferrò al polso. «Jocelyn.» Non sapeva cosa doveva dire. Ma lui comprese.

«Siete pronta» le sussurrò sulle labbra. «Ora vi penetrerò, Jane. Rimanete ferma e rilassata. Quando sarò in fondo, daremo inizio al piacere finale.»

«Ora» implorò lei. «Vi prego, ora.» Il peso del suo corpo la fece sprofondare, inchiodandola nel materasso, mentre lui metteva le cosce tra le sue e le afferrava le natiche con le mani. Fu l’istinto a ordinarle di circondarlo con le gambe. E in quel momento lui sollevò il capo e la fissò con lo sguardo gravido di passione. Non passione cieca. La guardava intensamente, negli occhi.

Poi lo sentì spingere nel punto d’ingresso, là dove il desiderio stava pulsando come una fitta. E spingendo, lentamente ma con decisione, lui la riempì. La terrorizzò. Jane ebbe l’improvvisa premonizione del dolore, la certezza che non poteva entrare di più.

Era troppo grande.

«Jane.» C’era un’espressione dolorosa nei suoi occhi. «Se potessi patire al posto vostro. Ma tocca sempre alla donna sopportare tutta la sofferenza.» Continuò a spingere con forza, guardandola negli occhi.

Jane avvertì una contrazione involontaria, la paura del dolore e… la consapevolezza che quel momento era passato, che ormai lui era in profondità.

Dentro il suo corpo. E dentro il suo cuore. Jane gli sorrise.

«Sono sopravvissuta.»

Lui sorrise e strofinò il naso contro il suo. «Questa è la mia Jane» disse. «Jane Ingleby non piange e non sviene mai, no?»

Lei strinse i muscoli attorno a quella inconsueta durezza e chiuse gli occhi per sprofondare nel piacere. Lui le aveva promesso di più. E adesso che il momento tanto temuto era passato, tutto il desiderio, tutto il bisogno rifluirono in lei.

«E ora?» chiese riaprendo gli occhi. «Mostratemi cosa si fa ora, Jocelyn.»

«Potete rimanere ferma se volete» rispose lui. «O seguire i miei movimenti se preferite. Non esistono regole nel nostro letto, Jane; non c’è nulla nel nostro stupido contratto che si possa applicare a questo momento. Siamo solo io, voi e il mutuo piacere.»

Lui abbassò il capo per riposare tra i suoi capelli. Si ritirò lentamente fino quasi a uscire… e poi spinse all’interno nuovamente.

Quella volta non vi fu dolore. Solo un calore umido e una spinta ritmica alla quale il corpo di Jane imparò subito ad armonizzarsi. Un accoppiamento dei corpi carnale, energico e meraviglioso, che si focalizzava lì, dove il proprio corpo di donna si era aperto a lui e il suo corpo di uomo era entrato. Quella era l’unione di uomo e donna, di Jocelyn e Jane. Una cavalcata verso la fusione, verso quel momento inesprimibile in cui i pronomi avrebbero perso significato. Il momento in cui il plurale contenuto nel “noi” sarebbe divenuto singolare.

Desiderio, anelito, bisogno… tutto divenne dolore e un tendere, tendere…

«Ora, Jane.» Lui risollevò il capo. Le sfiorò le labbra, fissandola negli occhi. « Ora.

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